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  • Conte: 'Anche Mancini e Spalletti primi a dicembre... Sanchez è speciale'

    Conte: 'Anche Mancini e Spalletti primi a dicembre... Sanchez è speciale'

    • Pasquale Guarro, inviato ad Appiano
    Alla vigilia della sfida contro la Sampdoria, Antonio Conte risponde ai giornalisti presenti in conferenza stampa. 

    Che Samp si aspetta?
    “Giocare a Marassi è sempre difficile e insidioso, Di Francesco è bravo e la sua è una squadra organizzata, si riconosce il lavoro di Eusebio. È la classica partita dove c'è tanto da perdere”. 

    In chiave turnover conta molto che poi ci sono Barcellona e Juve?
    “La partita della vita è quella da giocare e la partita contro la Sampdoria deve essere per noi prioritaria. È la quinta gara in pochi giorni ed è chiaro che in maniera intelligente dovremo anche prenderci dei rischi. Ma si scende in campo per ottenere il massimo”. 

    Ti aspettavi questa partenza?
    “Penso che nessuno parta per perdere e nella nostra testa c'è la ferrea volontà di ottenere la vittoria. È stato importante vincerne cinque consecutive, è frutto del lavoro che stiamo facendo e della disponibilità dei ragazzi. Ma sono passate appena cinque giornate e dobbiamo mantenere questa volontà e questa continuità se vogliamo essere protagonisti. Una grande squadra deve avere stabilità e certezze”. 

    A che punto è l'Inter?
    “Quando si cambia guida tecnica cambia un po' tutto. C'è un percorso per tutti i tecnici che hanno iniziato un nuovo percorso e ognuno di noi ha dei margini di crescita, ma sicuramente c'è una strada da fare che per qualcuno sarà più semplice e per altri sarà più articolato. Adesso bisogna capire a quale velocità andremo”. 

    Trovi similitudini tra i percorsi di Juventus e Inter?
    “Quando si parla di difesa si parla dell'intera squadra e di tutta la fase difensiva, quindi di undici giocatori coinvolti. Penso che la cosa più importante sia riuscire a mantenere un equilibrio. Io ricordo che il primo anno fummo bravi a vincere da imbattutti, contro il Milan, di Ibra, Nesta, Gattuso e Robinho. Noi fummo bravi, loro mancarono un po'. Oggi non siamo tra i favoriti perché vedo Juve e Napoli davanti, però questo non deve cambiarci. La qualità del campionato si è alzata, anche la Lazio, per esempio, è una squadra forte che può stare tra le prime quattro. Anche il Milan stesso, ha un bravo allenatore e una società forte”.

    Quali sono gli alti e bassi di cui parla?
    “Basta andare nello storico degli ultimi nove anni dell'Inter e si capiscono gli alti e bassi a cui mi riferisco. Non sono il primo a vincere cinque partite, anzi, questo gruppo a dicembre di due anni fa era in testa alla classifica. A dicembre, non a settembre, per poi finire a guadagnare la qualificazione in Champions all'ultima giornata. Anche con Mancini si era partiti molto forte. Gli alti e bassi sono questi e dobbiamo tirar fuori le unghie. I cavalli buoni si vedono all'arrivo”. 

    Come ha visto Sanchez nell'ultima partita?
    “Di Sanchez abbiamo parlato tanto, mi chiedete di lui in ogni conferenza. Dobbiamo fargli ritrovare la sua vena, la brillantezza che ha perso negli ultimi due anni. Nell'ultima partita mi è piaciuto, è entrato e si è visto che non si tratta di un giocatore normale”.

    Dal punto di vista della leadership crede che questa squadra abbia compiuto un passo avanti rispetto al passato?
    “Quando dico che possiamo migliorare mi riferisco anche a questo, abbiamo dei margini di miglioramento ma nessuno arriva con la bacchetta e cambia le cose, anche se queste cinque vittorie ci aiutano a stare più sereni”.

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