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  • La partita della disperazione va al Torino: Nicola corsaro sull'Isola, Cagliari a picco

    La partita della disperazione va al Torino: Nicola corsaro sull'Isola, Cagliari a picco

    • Gian Paolo Ormezzano
      Gian Paolo Ormezzano
    Gianni Brera sceglieva, solitamente per sé, per il suo servizio, la partita clou della domenica (oh quando tutto il calcio del campionato era nel giorno del Signore..) sommando, incontro per incontro, i punti delle antagoniste: più punti, più prestigio, quasi sempre anche più interesse. Lui parlava di scudetto, qui si parla di retrocessione: i 15 punti del Cagliari e i 17 del Torino che gli fa visita orpellano la sfida nell’Isola di numeri leggeri in assoluto, dopo già tanto campionato, e dunque pesanti in chiave di retrocessione, di senso di disperazione spartito da tutti i contendenti e loro seguiti, di angoscia per quella che non è l’ultima occasione ma deve essere vissuta come se lo fosse. Ecco, sarebbe una gran bella partita per un Brera in versione sadomaso.

    E invece eccola per noi del nuovo calcio avviluppato dal Covid, stavolta con Linetty del Torino costretto allo stop da un tampone brutto e cattivo. Per chi ci crede: Torino schema 3-5-2, Cagliari schema 3-4-2-1. Ecco il nulla del primo tempo, con quella che dicesi prevalenza territoriale del Cagliari, evidente quanto infruttifera. Il nulla quanto a gioco di squadra, prodezze molto spicciole dei singoli, tiri in porta mai, occasioni da gol idem. Leo Longanesi avrebbe scritto di nullità minerale, come scriveva di certi silenzi. La lingua francese ha un termine, le néant, letteralmente il non essente, per dire di un nulla di questo tipo, un nulla assoluto, per di più evidenziato da quella che era l’attesa forte di un qualcosa, un qualcosina almeno. Gente che pure abitualmente sa giocare a calcio, tipo Nainggolan per i sardi e Belotti per i piemontesi, risucchiata non tanto da una mediocrità generale quanto da un impaccio generale, visto che nessuno sembra voler fare la partita, cercare di darle una svolta, fosse anche con un tentativo assurdo, bislacco, balordo, o con una protesta ignifera. 

    Ecco, si avverte profondamente l’assenza di pubblico, si avverte nel senso che non si ode nulla, al massimo qualche gridolino dalle panchine e qualche urletto di giocatori impegnati, ma per fortuna neanche troppo, nella vasta commedia della neoarte calcistica italiana consistente nel tramutare un buffetto in un colpo di maglio. Orsato, l’arbitro, dirige facile e dirige pure bene, e ci mancherebbe (al 7’ un contatto fra Lukic e Ceppitelli poteva aver fatto pensare a un rigore pro Toro, ma neanche il Var era intervenuto). 

    Intervallo propizio a pensamenti persino meno squallidi. Per esempio Ansaldi che festeggia (festeggia?!) la centesima partita in maglia granata, per esempio Simeone che non segna da tre mesi e mezzo e sembra voler insistere. Speranza che con il bel tempo ritorni la pausa drink, altrimenti detta cooling break, quando si smette di giocare, ci si disseta e magari si tengono belle proficue conversazioni sul match in corso. E nostalgia di un pubblico lì nello stadio, un pubblico pagante ma anche fischiante, insultante, stimolante, i e forse funzionante ergo efficiente.

    Ripresa con un poco più cose serie. Al 13’ Sirigu deve cominciare anche lui a fare il portiere su colpo di testa di Joao Pedro alzato in corner. Al 24’ primo cambio, Simeone per Cerri e ci si accorge che c’era Simeone. Un po’ più Toro, e dopo mezz’ora tocca a Cragno cominciare a fare il portiere, respingendo un pallone volante insidioso. Un minuto dopo, Bremer lo trafigge di testa, bellissima elevazione e colpo preciso e secco, su corner. Torino-Cagliari 1 a 0, massì. Bonizzoli per Zaza, Baselli per Lukic, nel Cagliari Pavoletti punta per Nainggolan abitatore soprattutto delle terre di mezzo. Altri cambi ma niente di importante. Il Torino tiene con calma per portare Nicola al primo successo da allenatore, dopo quattro pareggi: sino a tutti i 90’ un solo tiro in porta per un gol da tre punti. Il Cagliari non he ha più per premere come nel primo tempo e si avvia a perdere la sua undicesima partita su 15. Nei 5’ di recupero Belotti, Rincon e Baselli tirano male sul portiere sardo, il 3 a 0 granata sarebbe stato troppo severo davvero per i sardi, neanche il Var per un impatto fra palla e petto alto di Bremer. Più festa espansa (in campo c’è anche Cairo) nel Toro che dispiacere forte palesato del Cagliari, ora a cinque punti da chi comunque sbarcato sull’Isola ha agito da corsaro, non da pirata, portandosi via tutto senza rubare nulla. 

    :(actionzone)

    IL TABELLINO

    Cagliari-Torino 0-1 (primo tempo 0-0)

    Marcatori: 31' s.t Bremer (T)

    Assist: 31' s.t Mandragora (T)

    Cagliari (3-4-2-1): Cragno; Rugani, Ceppitelli (34' s.t Pereiro), Godin; Zappa (44' s.t Duncan), Marin, Nandez, Lykogiannis; Nainggolan (34' s.t Pavoletti), Joao Pedro; Simeone (25' s.t Cerri). All. Di Francesco

    Torino (3-5-2): Sirigu; Izzo, Nkoulou, Bremer; Singo (43' s.t Vojvoda), Rincon, Mandragora, Lukic (33' s.t Baselli), Ansaldi; Zaza (33's.t Bonazzoli), Belotti. All. Nicola

    Arbitro: Daniele Orsato di Schio

    Ammoniti: 26' p.t Lukic (T), 5' s.t Belotti (T), 19' s.t Simeone (C), 27' s.t Ceppitelli (C), 43' s.t Zappa (C)


     

     

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