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  • Laziomania: Lotito cattivone? Allenarsi no, espatriare sì: l'autocertificazione la firma Agnelli?

    Laziomania: Lotito cattivone? Allenarsi no, espatriare sì: l'autocertificazione la firma Agnelli?

    • Luca Capriotti

    Fermi tutti, ma allora avevamo capito male tutti! Il calcio, stretto e stritolato dal Coronavirus, ha dimostrato per l'ennesima volta divisioni e frazioni, correnti come nemmeno la Democrazia Cristiana: Agnelli contro Lotito, poi Marotta contro Lotito (ma dietro Lotito De Laurentiis, Giulini, e tutta la cricca dei suoi elettori), una specie di mezzogiorno di fuoco in salsa italica. 

    Ma fermi tutti, avevamo capito male: avevamo capito, ingenuamente, che Lotito fosse quello cinico (stavolta non mi riferisco al collega Chirico, che saluto e ringrazio per la cortese risposta) e Agnelli, trasformato all'improvviso in una specie di San Camillo De Lellis, avesse solo a cuore la salute dei suoi calciatori, bene primario. 


    Il bene primario, all'improvviso, è diventato secondario, terziario: Higuain, Pjanic e Khedira hanno fatto la valigia, e sono tornati in patria, passando per strade, aeroporti. Non voglio indagare quanto la società fosse stata informata o fosse del tutto d'accordo, ma forse all'improvviso sono cambiate le gerarchie in casa Agnelli: non più la salute, ma la volontà dei suoi fuoriclasse. Che, al netto del fatto che, a tampone negativo, meno male, possono pure considerarsi non contagiati DA 2 COMPAGNI DI SQUADRA. Ma se io avessi un collega positivo, per senso di responsabilità e sicurezza, starei a casa molto più a lungo del minimo sindacale: non mi sentire tranquillo, perché siamo di fronte ad un nemico che è di difficile interpretazione, che ancora stanno studiando i virologi, gli esperti, gente che lavora in questo campo da 40 anni.

    STATE A CASA - Contro cui noi abbiamo solo un potere: stare a casa. Ma forse i calciatori hanno qualche altro super potere, e possono girare come vogliono. Oltre a giocare in Serie A, forse sono anche cittadini di Serie A (con tutto il rispetto per i problemi che ognuno ha - anche durissimi, come Higuain - ma sono tanti i calciatori con le famiglie in altri stati, ognuno con tante ottime ragioni per raggiungerle). 


    ALLENARSI NO VIAGGIARE SI - Ma come, tutti dicono di stare a casa, tutti dicono di non uscire, c'è la caccia alle streghe ai runner, e a 3 multimilionari all'improvviso viene concesso di andarsene dal paese, TUTTO zona rossa, tutto fermo? Per di più 3 giocatori dell'alfiere della salute? Delle due l'una: o non sono in grado di chiedere ai giocatori di stare a casa per responsabilità e sicurezza, di fronte ad un virus contagioso, potente e sconosciuto (cosa che le altre società hanno fatto) o tutte le argomentazioni logiche dietro la posizione di Agnelli (e Marotta) forse non erano proprio umanitarie.

    AVEVAMO CAPITO MALE - Fermi tutti, avevamo capito male: per un attimo ci eravamo cascati, pensavamo fosse in gioco la salute di tutti, che i calciatori dovessero essere responsabili, che quasi fosse giusto non farli allenare, per la loro stessa salute. Allenarsi no, però prendere aerei, o fare lunghi giri in macchina, uscire di casa, andare in altre nazioni, all'improvviso per qualcuno non è più così rischioso: si può autorizzare, si può fare, griderebbero in un famoso film. Forse alla fine bastava scrivere sull'autocertificazione di voler tornare in Argentina, in Lussemburgo, o dove volete voi. La firma Agnelli. 


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