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  • Lo sciamano Gatti, il vero 'matto' del calcio argentino: 'Se fissi la palla la puoi mandare dove vuoi'

    Lo sciamano Gatti, il vero 'matto' del calcio argentino: 'Se fissi la palla la puoi mandare dove vuoi'

    • Remo Gandolfi
      Remo Gandolfi
    Con il soprannome “El Loco” ci sono probabilmente almeno un centinaio di calciatori nella storia del Futbol argentino. Già in queste pagine ci siamo occupati di uno dei grandi “Locos” del calcio argentino, Renè Houseman, che però aveva nella bottiglia la sua più importante “pazzia”.
    Ma quando si parla di uno “matto”, ma matto davvero, il primo nome che viene in mente a tutti quanti in Argentina è quello di Hugo Orlando Gatti.
    Eccentrico, controcorrente, polemico, presuntuoso, arrogante, guascone … di lui si può dire di tutto ma non che sia una persona o ancora prima uno sportivo “normale”.
    Hugo Gatti nasce in un quartiere di Buenos Aires, il Carlos Tejedor, il 19 agosto 1944.
    Gli inizi sono nell’Atlanta, dove dopo tutta la classica trafila nelle giovanili fa l’esordio in prima squadra nel 1962 a 18 anni. In quel periodo gioca con mostri sacri come Luis Artime (uno dei più grandi bomber nella storia del calcio argentino) Nestor Errea, Carlos e Mario Griguol e in quegli anni l’Atlanta vive uno dei migliori periodi della sua storia.
    Da subito si capisce che Gatti non è un portiere tradizionale. Non si limita a difendere la propria porta o a comandare la sua area con le sue proverbiali uscite sui palloni alti ma esce spesso dai 16 metri per anticipare attaccanti lanciati a rete,  oppure palla al piede per impostare lui stesso l’azione. A volte capita addirittura che vada a battere le rimesse laterali ! Resta il fatto che fargli gol è difficile, molto. Ha una personalità spiccata e nulla pare intimidirlo.
    Passano meno di due anni e per Gatti arriva la chiamata dei Millionarios del River Plate. Sembra il passo definitivo verso la consacrazione. Arriva addirittura la chiamata della Nazionale Argentina per i Mondiali inglesi del 1966 quando Gatti ha solo 21 anni. Ma le cose al River non vanno come previsto; il posto da titolare tra i pali del Millionarios stenta ad arrivare; c’è una autentica leggenda come Amedeo Carrizo con cui fare i conti e in 4 stagioni, tra il 1964 e il 1968, Gatti mette insieme 77 partite. La “via di fuga” e un posto da titolare certo è rappresentata dal Gimnasia Y Esgrima La Plata. Qui rimane 5 stagioni, positive ma non esaltanti. Il suo stile unico ha i suoi detrattori anche se l’arrivo sulla scena internazionale di un altro pazzo come lui, l’olandese Jongbloed, finisce per fare accettare con un po’ più di elasticità le “follie” di Gatti. Intanto, insieme alle sue uscite spericolate e alle sue giocate fuori area inizia ad affermarsi per quella che negli anni diventerà una sua peculiarità assoluta; quella di “pararigori”. Sono ben 8 quelli che para nelle sue stagioni al Gimnasia e addirittura 3 nella stessa stagione, il 1972, sui 5 complessivi che gli tirano. Nel 1975 finalmente la svolta per la carriera di Hugo; arriva la chiamata del grande Juan Carlos Lorenzo che lo vuole con lui al Union de Santa Fe. E con lui arrivano giocatori fantastici del calibro di Victorio Cocco, Rubén "Chapa" Suñe, Baudilio Jáuregui, Miguel Tojo, Ernesto Mastrángelo, Víctor Marchetti … è la “Grande Rivoluzione del ‘75” quando l’Union diventa l’autentica rivelazione del calcio argentino e per il gioco espresso diventa la squadra al centro dell’attenzione di tifosi e media. Gatti gioca partite sensazionali, para ben 4 rigori tra cui uno decisivo contro il River Plate. Juan Carlos Lorenzo a fine stagione riceve la chiamata degli “Xeneises” del Boca e vuole a tutti i costi che “El Loco” Gatti lo segua per diventare “l’arquero” del Boca. La trattativa tra i due Presidenti di Boca (Alberto Josè Armando) e Union (Manuel Corral) è durissima ed estenuante. L’Union sta costruendo un team formidabile, in grado di puntare al titolo assoluto, ma Lorenzo insiste con il Presidente Armando … Gatti è fondamentale per le ambizioni del Boca. La scelta di Lorenzo si rivela più che azzeccata; nella prima stagione (1976) il Boca Juniors vince sia il Metropolitano che il Nacional, quest’ultimo in una storica e indimenticabile finale contro i grandi rivali del River.

    L’anno dopo arriva addirittura il trionfo continentale nella Copa Libertadores dove Gatti diventa decisivo con una miracolosa parata su un tiro di Vanderley, attaccante del Cruzeiro. Questa vittoria da al Boca la possibilità di disputare la Coppa Intercontinentale, vinta contro il Borussia Monchengladbach (che partecipa in virtù della rinuncia degli inglesi del Liverpool) e Hugo Gatti è ancora protagonista assoluto, in particolar modo nella partita giocata in Germania e vinta per 3 a 0 dove “El Loco” para tutto il parabile e anche qualcosa di più !
    Sempre nel 1977 però accade qualcosa che rende problematica la continuità di Gatti per un lungo periodo di tempo; un grave infortunio al ginocchio in un match di campionato contro il Temperley. Gatti, che fino a quel punto è titolare inamovibile della Nazionale Argentina che Cesar Menotti sta preparando per il Mondiale di casa, perde il posto di titolare a favore dell’altrettanto fortissimo Ubaldo “Pato” Fillol. Quello che accade nei mesi immediatamente precedenti il Mondiale è storia e al tempo stesso gossip e illazione pura; fatto sta che ai Mondiali del 1978 Fillol è il titolare e Gatti non entra neppure nei 22. “El Loco” non dimenticherà mai questo “sgarro” e accuserà in eterno Menotti di aver ceduto alle pressioni della stampa argentina che voleva Fillol come titolare. Altre voci dicono che sia stato lo stesso Gatti (profondamente antifascista a tal punto di appoggiare pubblicamente la campagna elettorale di Raul Alfonsin, “radicale e socialista” che sarà il primo presidente della nuova Repubblica argentina) a “inventarsi” il male al ginocchio ogni volta che arrivava la chiamata della Nazionale “di Videla” … male al ginocchio che poi spariva magicamente ogni volta che doveva scendere in campo con il Boca. Qualcuno, più maligno, afferma che il dolore al ginocchio era solo una scusa per Gatti che non accettava l’idea di fare da riserva “all’odiato” Pato (papero) Fillol.
    Di certo c’è che Gatti continua a giocare alla grande nel Boca che rivincerà, rimanendo imbattuto per tutto il Torneo, la Copa Libertadores del 1978. Nonostante “El Loco” abbia già 34 anni nessuno si sogna di mettere in dubbio le sue qualità e il posto di titolare nel Boca. Bisogna arrivare al 1981 per trovare un portiere, in questo caso Carlos Rodriguez, in grado di mettere in discussione la titolarità di Gatti. Dopo un lungo ballottaggio Rodriguez ha la meglio: Gatti si deve sedere in panchina. In quella stagione il Boca ha un potenziale enorme: in una squadra già fortissima sono arrivati un certo Diego Armando Maradona e Miguel Angel Brindisi ma il campionato, a causa di grosso calo di rendimento nella seconda parte della stagione, sta sfuggendo di mano agli Xeneises. Mister Marzolini allora decide di rimettere in prima squadra Gatti, in un match importantissimo contro i “Pincharratas” dell’Estudiantes. L’avvio è da brividi; Gatti sbaglia completamente il tempo di una uscita e solo un provvidenziale salvataggio del compagno di squadra Roberto Mouzo impedisce ai biancorossi di Mar de La Plata di andare in vantaggio. Gatti, che in quanto ad autostima e fiducia nei suoi mezzi non è secondo neppure al suo grande idolo Mohammed Alì, non si perde d’animo e nel resto della partita diventa assolutamente decisivo con le sue parate ma non solo; su un lungo lancio verso la propria area “El Loco” esce dalla sua area anticipando un attaccante avversario, controlla il pallone e lo porta fino alla linea di metà campo prima di appoggiare la palla all’ala sinistra Perotti che, dopo aver saltato un paio di difensori, segna il gol decisivo.





    Gatti non uscirà più dalla squadra titolare fino alla fine del Torneo che il Boca riuscirà a conquistare dopo 4 stagioni di digiuno. A seguire l’azione del gol di Maradona nella decisiva partita con il Racing Club.





    Dopo di allora, salvo qualche brevissima parentesi, Gatti rimane titolare indiscutibile del Boca fino al 1988 … alla veneranda età di 44 anni ! Nel 1988 però, alla prima partita di campionato contro il Club Deportivo Armenio alla Bombonera, Gatti si rende protagonista di un errore clamoroso; esce dall’area per anticipare su un pallone lungo il centravanti avversario Maciel … El Loco pare in anticipo ma sbaglia banalmente il tempo e il controllo della palla lasciando così sguarnita la propria porta.  Per Maciel è un gioco da ragazzi segnare il gol che si rivelerà decisivo per le sorti del match. L’allentore Josè Omar Pastoriza è inviperito; si scaglia contro Gatti e lo relega in panchina nell’incontro successivo. Nessuno avrebbe potuto prevedere che quella diventerà l’ultima partita di calcio ufficiale giocata dal Loco Gatti …
    Uscito in maniera brusca e tra mille polemiche dal Boca “El Loco” non si arrende all’idea di non giocare più a calcio. Si fanno decine e decine di ipotesi, di altre squadre argentine e brasiliana. L’unica proposta concreta arriva però dalla Colombia e precisamente dal Deportivo Calì. Pare tutto fatto; il contratto è pronto. Poche settimane prima si gioca in Colombia la partita di addio al calcio della gloria colombiana Willington Ortiz. In quella partita Gatti decide di giocare con la maglia dei grandi rivali del Deportivo, l’America de Calì ! Le polemiche sono roventi. El Loco viene attaccato con veemenza da tutti i tifosi e dirigenti del Deportivo. Il contratto è stracciato e Gatti torna in cerca di “occupazione”.
    Ma non accadrà più nulla. El Loco non entrerà più in una “cancha”. Ma dal calcio non uscirà mai.
    Oggi lavora come opinionista sia per la televisione argentina che per alcuni organi di informazione spagnoli e ogni volta che apre bocca sa scatenare come nessuno polemiche e diatribe infinite ! El Loco è ancora oggi “incontrollabile” in uno studio televisivo come lo era in un campo di calcio. Lui che era abituato ad “uscire” perché a stare in porta tutta la partita si annoiava …


    ANEDDOTI E CURIOSITA’
    Parlando di Fillol ai Mondiali del 1978 “Hanno scelto lui. Lui è gentile, corretto ed educato. Lui è la tradizione, io sono la follia. Lui aspetta che la palla gli arrivi addosso, io esco di porta e la vado a cercare. Lui è il fidanzato che ogni madre vorrebbe per sua figlia … solo che le figlie preferiscono me !”
    “Io guardo intensamente la palla. Se la guardi intensamente puoi fermarla o farla andare dove vuoi. Potete chiamarmi  stregone o sciamano. Ma è esagerato. Sono solo il miglior portiere sulla faccia della terra.”
    “Io non ho paura di nulla e di nessuno. Mai avuta. Una volta i tifosi avversari dietro la mia porta mi tirarono una scopa: la presi e iniziai a pulire l’area. Sapete com’è: in Argentina ci sono sempre un sacco di coriandoli in campo !”
    “Andammo a giocare contro l’Argentinos Juniors e tutti mi parlavano di questo piccoletto, dicevano che era un fenomeno. Era alto poco più di un metro e mezzo con una gran testa di riccioli neri e tutti ad adularlo perché aveva già fatto un sacco di gol. Mi avvicinai a lui prima della partita “Oh Gordito (cicciottello) guarda che oggi tu a me non segni neanche se torna Gesù Cristo in terra per la seconda volta” … per ottanta minuti mi ascolta docile docile. Poi quel diavolo mi fa quattro gol negli ultimi dieci … che tu sia maledetto Diego Armando Maradona !!!”
    Sempre sull’amato (!) Fillol. “Lui le partite le gioca. Io le vivo. Molti dei gol che ho preso lui li avrebbe evitati con la sua prudenza … ma sono molti di più quelli che io ho parato e che per lui sarebbero stati imprendibili, perché lui non si buttava, non rischiava. Ma ci si può fidare di uno che nella vita non si butta mai ??!!”
    “Maradona ed io eravamo i due più forti giocatori nel 1978. Siamo stati insieme i due più grandi “non-campioni del Mondo” allora !
    “Oggi, a distanza di quasi 40 anni, tutti i componenti della squadra di allora a dichiararsi oppositori di Videla e all’oscuro di quello che succedeva. Gli unici che allora lo fecero davvero sono stati, oltre al sottoscritto, tre in tutto; El Lobo Carrascosa che addirittura lasciò la squadra. “El conejo” Tarantini che ebbe il coraggio di chiedere a Videla cosa era capitato ad alcuni suoi amici e Mario Kempes, che odiava Videla e che mai gli strinse la mano.“
    Memorabile quello che accadde in una partita contro l’Independiente. Gatti si toglie scarpe e calzettoni e si va a sedere sopra la traversa DURANTE l’incontro. “Non stavo accadendo nulla. E mi stavo annoiando a morte”.
    Come opinionista sono decine e decine le sue dichiarazioni controcorrente, polemiche e spesso al limite dell’arroganza. Ecco alcune delle più “clamorose”.
    Durante una trasmissione televisiva dopo un commento calcistico da parte della giornalista Irene Junquera la stessa fu “investita” da un Gatti al massimo della sua “locura” ! “ma da quando le donne capiscono di calcio ? Non ne hanno mai capito nulla ! Lavare i piatti è quello che sanno fare meglio !”
    Famosissima la sua repulsione per la maggior parte dei giornalisti sportivi “Ma come possono parlare di calcio se la maggior parte di loro non ha mai dato un solo calcio a un pallone ???”
    E infine, la sua dichiarazione-simbolo “Io non mi sento un portiere. Io sono un attaccante che gioca in porta”.
    (A seguire un piccolo “riassunto” di alcune delle più grandi parate di Gatti e nel secondo una raccolta delle più grandi “pazzie” televisive del Loco.
    Buon divertimento !)

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