Calciomercato.com

  • Muslera come Karius, Cavani fuori: la Francia ora ha un segreto per la finale

    Muslera come Karius, Cavani fuori: la Francia ora ha un segreto per la finale

    • Giancarlo Padovan
    E’ sempre sgradevole prendersela con qualcuno per una sconfitta. A maggior ragione se chi vince (in questo caso la Francia) ha legittimato il successo con un gioco migliore, qualche occasione in più e una proposizione maggiormente offensiva rispetto all’avversario (l’Uruguay). Ma certo viene da chiedersi come sarebbe stata l’ultima mezz’ora di questa prima semifinale del Mondiale se il portiere Muslera non avesse imitato Karius del Liverpool replicando una papera colossale su tiro di Griezmann.

    E’ vero che all’Uruguay è mancato Cavani, il quale non sarebbe entrato nemmeno nel finale tanto era malconcio il suo polpaccio. Ma è altrettanto vero che con l’ingresso di Gomez e Rodriguez, l’Uruguay avrebbe potuto sfruttare qualche situazione vantaggiosa, a parte quelle conclamate da palla inattiva. Non è un caso che l’occasione più propizia per pareggiare il gol iniziale di Varane (colpo di testa su punizione-assist di Griezmann al 40’ del primo tempo) è stata creata da Caceres (colpo di testa su punizione-assist di Torreira al 43’) con grandissima parata di Lloris e successivo tiro alto di Godin da due passi.

    Ho detto che la Francia ha fatto di più (due gol e un tiro di Tolisso al 72’) e meglio (governo del centrocampo, circolazione della palla, controllo agile delle operazioni altrui), dimostrando che i tre gol subìti contro l’Argentina sono più frutto del caso che di qualche scricchiolio difensivo. Didier Deschamps gioca con un 4-3-3 anche se l’assenza di Matuidi (squalificato) e il contemporaneo impiego di Tolisso hanno portato la Francia a schierare due centrocampisti (Kantè e Pogba), tre trequartisti (Mbappé, Griezmann e Toilisso) e un’unica punta (Giroud).

    Il segreto della Francia, però, non sta nel sistema di gioco (che pure ha la sua importanza), quanto nel movimento di tutti calciatori. Buona, per esempio, è l’attività dei due esterni bassi (Pavard e Hernandez), apprezzabili gli inserimeti di Pogba (Kantè, secondo la vulgata, copre per due), intelligenti le variazioni di ritmo che offre Griezmann.

    Contro l’Uruguay si è visto poco Mbappé (un paio di accelerazioni all’inizio, poi qualche tentativo velleitario e un colpo di tacco che ha fatto nascere una rissa perché interpretato dagli avversari come poco rispettoso), ma sarebbe eccessivo chiedere ad un diciannovenne la continuità di un calciatore maturo. Mbappé è un talento che, al contrario di altri, si sa sacrificare. Ora che lo conoscono la marcatura e il trattamento riservatogli dagli avversari sono ruvidi, sia perché vogliono intimorirlo, sia perché è un modo per fermarlo. Tuttavia pensavo facesse di più nella ripresa quando l’Uruguay avrebbe dovuto attaccare per cercare il pareggio.

    Qui, però, è emerso il deficit della Nazionale sudamericana: l’incapacità dei centrocampisti di alzare il baricentro del gioco, la poca “pulizia” nei passaggi, la rarissima ricerca della profondità da parte degli attaccanti. Stuani è stato nullo, Suarez quasi. Le poche buone intenzioni sono venute da destra, ma al centro dell’area Umtiti e Varane sono sembrati imbattibili. Il secondo, centrale difensivo del Real Madrid, ha anche avuto il merito di indirizzare il risultato. Lloris è stato bravo a conservarlo nell’unica occasione creata dall’Uruguay.

    Ho già detto come il colossale errore di Muslera (prima di tutto di posizione con il pallone che ha cambiato traiettoria) abbia influito di più dell’assenza di Cavani. L’attaccante era comunque indisponibile, mentre un gol come quello subìto appartiene alla categoria dei gravi incidenti di percorso. Un evento poco o per nulla probabile.  

    La Francia vola così in semifinale per la sesta volta. L’ultima fu nel 2006 quando arrivò in finale e perse dall’Italia di Lippi. Nonostante il tabellone poco favorevole, può farcela anche questa volta. Oltre al talento, ci sono solidità ed equilibrio. Non poco per crederci ancora.  
     

    Altre Notizie