Napolimania: Gattuso ha ricreato una squadra, dopo 16 mesi di illusioni, confusione e gestione bolsa e noiosa
Andiamo a leggere le cifre di Ringhio e cancelliamo tutto quanto di lui si pensava quando De Laurentiis, dopo aver compulsato nuovamente Allegri, decise di portarlo al capezzale di una squadra spaccata e pericolosamente in bilico sullo strapiombo della zona retrocessione. Ebbene, da quando è cambiata la guida tecnica, il Napoli è riuscito a risalire la china, fino a raggiungere risultati che restituiscono il merito a chi questo gruppo lo aveva messo insieme. Dall’11 dicembre ad oggi si sono giocate 13 partite ed il Napoli sarebbe saldamente in zona Champions, con 24 punti, uno in più dell’Inter, frutto di 8 vittorie e 5 sconfitte. Ma quattro di questi ko, sono arrivati tutti nei primi 5 turni di gestione Ringhio, quando la sfortuna ed una condizione inappropriata ancora costringevano gli azzurri nella condizione di gruppo scosso e smarrito. Dopo la prima partita a firma Ringhio (Napoli-Parma 1-2), gli azzurri vinsero in casa del Sassuolo e persero le tre successive, contro Inter, Lazio e Fiorentina.
Sembrava una situazione irreparabile ed invece la testardaggine di Gattuso e la certezza che il suo lavoro prima o poi avrebbe pagato, gli consentirono di scegliere la formazione giusta e di vincere la partita contro la Juventus. Il match della rinascita definitiva, poi altri 7 match con un solo, inatteso ko (Napoli-Lecce 2-3) e 6 vittorie.
Cinque di queste, le ultime della serie, sono consecutive e, come ci ricorda un tweet del Napoli “era dal 28 febbraio 2018 che non si registrava una striscia analoga di vittorie”. Quello era il Napoli di Sarri, allenatore che ha portato divertimento senza la gioia di un trofeo che avrebbe anche meritato, se il finale di quella stagione fosse stato diverso da come (purtroppo) siamo stati costretti a vivere. Oggi la squadra di Gattuso è meno appariscente ma più concreta, con un “titolo” già incassato e lo scenario della Champions di agosto che potrebbe regalare altre sorprese e, forse, gioie. Tra il Napoli di Sarri e quello di Gattuso, 16 mesi di illusioni, di confusione e la certezza che non basta portare a spasso un nome vincente per trasformare una buona squadra in un gruppo da scudetto.