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  • Non è vero che l'Inter è più forte del Milan, è Inzaghi che è più bravo di Pioli

    Non è vero che l'Inter è più forte del Milan, è Inzaghi che è più bravo di Pioli

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    Ovvio che se ogni volta che giocano contro, l’Inter maltratta il Milan si è portati a dire che la squadra di Inzaghi sia più forte di quella di Pioli. Se però si riflette solo un attimo e si guarda alla classifica dello scorso campionato (72 punti l’Inter, 70 il Milan) e a quella pre-derby (pur parzialissima, 3 giornate) perché non dire che la differenza è tutta negli scontri diretti e quindi anche nel testa a testa fra i 2 allenatori?

    Quali sarebbero i giocatori a scavare la differenza in favore dell’Inter? Chi dovrebbe cambiare maglia per riequilibrare i valori? Forse Maignan? Forse Theo Hernadez? O Leao, il più forte giocatore del campionato? Dopo un’estate spesa fra le lodi a Capitan America e al gigante Loftus-Cheek, al genio Reijnders e al genietto Chukwueze, tutto uno strombettare a quanto è bravo questo e bravo quello, le due squadre si rivedono e finisce come mai prima. E allora, si erano sbagliati tutti e il Milan ha imbarcato un altro gruppo di mediocri calciatori?

    La verità è che il Milan ha comprato tanto, anche troppo in alcuni reparti, scordandosi malamente di ciò che più gli serviva, un difensore e un attaccante, non un vice Giroud, ma un titolare vero, di cui il 37enne francese doveva essere l’alternativa. Lukaku, per dirne solo uno. Invece ha cercato Thuram e preso Jovic, scartato dalla Fiorentina a poche ore dalla chiusura del mercato. In difesa Pellegrino, che nessuno conosceva.

    Poi però c’è il modo in cui metti in campo i giocatori, nuovi o vecchi che siano. Pioli non giocava col vertice basso quando aveva quelli bravi (Kessie, Tonali, Bennacer) lo fa adesso che gli è rimasto il solo Krunic, utile mestierante e poco più, salvo poi – la grande idea di stagione – affiancargli in costruzione un terzino dai piedi a martello come Calabria. La prima volta può funzionare, non così con una squadra con esterni forti come l’Inter e con mezzali sempre pronte a inserirsi: al buco in mezzo sommi un lato scoperto e sono guai. Con Kjaer alle spalle, poi. Pioli avrà anche copiato Guardiola, ma dalla prossima volta tutti copieranno Inzaghi, che ha lasciato il pallone a Calabria: tienilo pure, facci un po’ vedere cosa ne fai, e infatti lo abbiamo visto.

    Pioli aveva 4 giocatori d’attacco quando in squadra c’erano Messias e Saelemaekers e ne schiera 3 ora che sono arrivati Chuku e Pulisic. Qualcosa non torna, anche semplicemente in termini aritmetici. In un anno pare non avesse capito qual era il vero ruolo di CDK e anche lo stesso Okafor è stato preso dal moneyball per fare il centravanti, ma quando poi gli hanno parlato, hanno capito che in realtà era un esterno. E dire che l’anno scorso il Milan l’ha affrontato due volte.

    Inzaghi ha ereditato l’Inter da un allenatore, Antonio Conte, che se n’era andato perché la società non poteva più avere progetti ambiziosi. Da un anno all’altro gli smontano la squadra che lui deve ogni volta ricostruire. È arrivato in finale di Champions e quest’anno riprova a vincere lo scudetto, l’unico obiettivo finora fallito. Ma l’Inter ha un’identità forte, è una squadra che cresce da un mese all’altro. Quando incontra il Milan sembra perfetta, ma ancora non lo è.

    Inzaghi ha capito e dimostrato di sapere oscurare Leao, il più forte giocatore del campionato, il vero schema dello scudetto 2022, che pure l’altra sera ha avuto l’unico sussulto del Milan. Pioli non ha ancora capito nulla dell’Inter e di come gioca, è stato preso a pallonate in Arabia Saudita, in Italia e in Europa. Lo scorso anno, a un certo punto se ne è accorto anche Paolo Maldini, che pure aveva da poco fatto firmare all’allenatore un rinnovo biennale (scadenza portata dal 2023 al 2025). Cardinale ha fatto prima e ha liquidato Maldini, col quale forse il moneyball sarebbe stato meno semplice da fare.

    @GianniVisnadi
     

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