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  • Non segna e non incide: oggi Paquetá è una riserva del Milan

    Non segna e non incide: oggi Paquetá è una riserva del Milan

    • Andrea Distaso
    Non una bocciatura definitiva, ma un segnale per il futuro da tenere assolutamente in considerazione. Lucas Paquetá oggi va considerato come una riserva nel Milan di Stefano Pioli. Assolutamente di lusso, considerando il bagaglio tecnico e il potenziale in prospettiva di un ragazzo nato nel 1997, ma il suo processo di adattamento ai ritmi del calcio italiano si sta rivelando più lento e complicato del previsto. Nessun gol e un solo assist, quello a Theo Hernandez contro il Genoa, in questa prima metà di stagione, ma soprattutto un impatto spesso impalpabile in buona parte dei match disputati. Giampaolo non lo “vedeva”, concedendogli soltanto due occasioni da titolare prima del suo esonero, ma anche con Pioli il brasiliano non è riuscito a elevare il suo rendimento e, dopo 6 partite consecutive dal primo minuto e l'assenza a Parma per infortunio, è arrivata a Bologna una panchina dai tanti significati.

    NON E' PROTAGONISTA - Con Krunic e Calhanoglu prima, con Kessie e il redivivo Bonaventura poi, col passare delle settimane il Milan sta trovando quell'equilibrio a centrocampo inseguito invano nei primi mesi di campionato: qualità e quantità tornano ad andare a braccetto e con esse iniziano ad arrivare pure i risultati, come dimostrano le due vittorie esterne consecutive contro Parma e Bologna. Due gare che non hanno visto protagonista l'ex stella del Flamengo, che con la maglia della sua nazionale gioca e spesso convince, mentre in rossonero non riesce ad avere quell'impatto che sarebbe richiesto ad un calciatore con le sue doti. L'intuizione dello scorso inverno dell'allora direttore dell'area tecnica Leonardo si è fermata lì, alle prime incoraggianti apparizioni nel nostro campionato di Paquetá, all'unico gol italiano contro il Cagliari a San Siro, all'assist per Piatek a Roma e ad altre giocate sopraffine.

    PIOLI NON PUO' ASPETTARE - L'accusa rivoltagli da Giampaolo di essere sin troppo “brasiliano” nel suo modo di interpretare il calcio, nella ricerca più dell'estetica che della concretezza, al momento si sta rivelando azzeccata, purtroppo per il Milan. Con una classifica che ancora piange, a -8 dalla zona Europa League e a -9 dalla Champions, Pioli non può guardare in faccia a nessuno e non può permettersi di aspettare in eterno quei giocatori che possono far fare al resto del gruppo il definitivo salto di qualità. Ad oggi, i 38 milioni di euro più bonus investiti poco meno di un anno fa non sono stati ripagati e la clessidra inizia ad essere un nemico: il tempo per Paquetá per prendersi il Milan inizia a essere agli sgoccioli.

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