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  • Osimhen, il chirurgo: 'Mai visto un trauma facciale così nel calcio. Fratture guarite, sull'impiego a Bologna...'

    Osimhen, il chirurgo: 'Mai visto un trauma facciale così nel calcio. Fratture guarite, sull'impiego a Bologna...'

    Victor Osimhen si è infortunato lo scorso 21 dicembre durante Inter-Napoli. Duro lo scontro con Skriniar che ha generato delle fratture multiple al volto dell'attaccante nigeriano. Il Prof. Gianpaolo Tartaro è il chirurgo che lo ha operato e ha rilasciato un'intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport:

    «Nella mia lunga esperienza non ricordo nel calcio un trauma facciale così devastante. Solo nel rugby ho visto di peggio. Per questo dico che non è stato facile. Ma i meriti sono da dividere con lo staff medico del Napoli, coordinato dal dottor Raffaele Canonico, con il tecnico Luciano Spalletti e soprattutto col giocatore, che a livello di struttura fisica e biologica ha dimostrato qualità decisamente superiore alla media».​

    Com’è stato il comportamento di Victor durante questo periodo difficile?
    «Me lo chiede tanta gente a Napoli, tifosa di Victor. Per conoscere qualche retroscena, per capire meglio il personaggio. Ma in effetti non ci sono particolari da raccontare perché si è dimostrato un grande professionista. Una persona semplice e concreta nell’affrontare le difficoltà. Con una maturità superiore ai suoi 23 anni. Probabilmente le esperienze lo hanno portato a questa filosofia di vita. In quei giorni di ricovero, prima e dopo l’intervento, mai una lacrima o un momento di sconforto, di avvilimento. Sempre pronto ad ascoltare e seguire tutte le indicazioni date. Se oggi è guarito lo deve soprattutto alla sua serietà, alla capacità di restare concentrato».

    Domani potrà giocare a Bologna?
    «Calma. Da un punto di vista tecnico è guarito.
    Le sue ossa per rafforzarsi hanno sfruttato anche la forza cinetica dei muscoli e della masticazione. Fosse stato un impiegato sarebbe già tornato da tempo dietro la sua scrivania. Ma parliamo di un atleta che deve riacquisire movimenti e ritmi da partita che gli mancano da quasi due mesi. Per certi versi Victor con la faccia ci lavora. Sotto l’aspetto psicologico, avendolo conosciuto, non credo possa avere paura dello scontro fisico».

    Dovrà allenarsi e giocare con la mascherina?
    «Assolutamente sì. E faccio un paragone per capirci. Lui è come un albero giovane che crescendo sta acquisendo maggiore stabilità. Ma non può avere la stessa resistenza di un albero già cresciuto. Le sue fratture sono tutte guarite da un punto di vista medico, ma è chiaro che è un po’ più debole rispetto a un atleta che non ha mai avuto fratture. Per questo sarà indispensabile che porti la mascherina sino alla fine di marzo. Anzi fra un paio di settimane, dopo averla testata sul campo, e sulle indicazioni del giocatore, ne realizzeremo una nuova ancora più leggera».

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