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  • Rugani buon giocatore, ma è senza personalità: non è da Juve

    Rugani buon giocatore, ma è senza personalità: non è da Juve

    • Marcello Chirico
      Marcello Chirico
    Mannaggia agli infortuni che hanno decimato il reparto difensivo, e mannaggia pure al giorno in cui Benatia ha iniziato a litigare di brutto con Allegri, costringendo la società ad imbarcarlo su un aereo e spedirlo in Qatar. Col senno – e i risultati – di poi, forse sarebbe stato meglio privarsene in estate e rimpiazzarlo con qualcun’altro all’altezza, piuttosto che liberarsene in fretta e furia a gennaio e sostituirlo con un giocatore low-cost come “cuore bianconero” Caceres, perché nella finestra invernale quelli bravi costano cari e, magari, il portafoglio non ti permette di fare follie.

    Certo, il marocchino non era il Beckenbauer musulmano, ogni tanto qualche leggerezza non da poco la commetteva pure lui (Real, Napoli, tanto per ricordarne un paio), però possedeva quello che – mi spiace doverlo dire – Rugani non ha: la personalità. Quella che ti rende in grado di saper guidare una difesa, di dare sicurezza al reparto, di concedere il meno possibile al tuo diretto avversario. L’incredibile 3-1 trasformato poi in 3-3 con il mai domo Parma (complimenti a D’Aversa e ai suoi ragazzi)  è figlio di tanti fattori, ma quello più evidente è l’improvvisa fragilità del reparto difensivo bianconero, fiore all’occhiello della squadra fino a prima della debàcle nella bergamasca. Più precisamente, fino a quando capitan Chiellini ha dovuto dare forfait pure lui e la difesa si è trovata senza più colui che la teneva in piedi da solo, considerato che Giorgio stava facendo fino all’infortunio  la sua migliore stagione di sempre da quando è alla Juventus. 

    Rimasta senza leader - perché pure Bonucci e Barzagli lo sono - la difesa è diventata improvvisamente fragile. Sei gol subiti in solo 2 partite sono un record negativo per questa Juventus, abituata ormai da 7 stagioni di fila ad essere la migliore della Serie A  e, spesso, tra le migliori d’Europa.  Eravamo tutti convinti che, a furia di allenarsi ogni giorno con la BBC e di giocare spesso a fianco di quei  tre, Rugani potesse pure lui raggiungere quei livelli, e invece il campo – giudice severissimo – ci ha detto che non è così. In quattro anni di permanenza alla Juve, Daniele non è migliorato, non è molto diverso da quello che era a Empoli: un buon giocatore, ma non abbastanza per giocare titolare inamovibile alla Juventus. Soprattutto, per guidarne la difesa. E’ molto forte di testa, sa inquadrare bene la porta avversaria, ma difende parecchio male la propria. Senza un senatore a suo fianco, va spesso in difficoltà. Al suo arrivo in bianconero, qualcuno lo accostò a Scirea, non avendo probabilmente ben presente quale tipo di giocatore fosse Gaetano. Solo un caso se l’allenatore, finora, gli ha concesso poco spazio? 

    Le tre reti incassate dalla Juve col Parma di sicuro non sono solo colpa sua, sarebbe ingeneroso e scorretto nei suoi confronti, ci sono stati evidenti concorsi di colpa di altri compagni: Cancelo molto più bravo a fare l’ala  piuttosto che il terzino, Khedira che rincorre al piccolo trotto Barillà, Mandzukic che fa la pirlata dell’anno, Caceres con la lingua per terra, Spinazzola alla seconda partita post infortunio e non ancora a suo agio negli schemi della squadra, Pjanic molle, Bentancur distratto, PerIn incerto. Ho dimenticato qualcuno? Però Rugani non può farsi uccellare prima da Gervinho, e poi da Inglese quando gli è praticamente a contatto! Un centrale difensivo, per chiamarsi tale, deve possedere tre doti:  personalità, senso della posizione, marcatura. Purtroppo Rugani non eccelle in nessuna delle tre.

    Non è esente da colpe nemmeno il suo nuovo compagno di reparto Caceres, finito  prima a Verona e poi a fare la riserva alla Lazio. Martìn di personalità ne ha da vendere, ed è pure uno grintoso in marcatura. Il centrale puro lo ha fatto qualche volta in nazionale e un paio di volte in emergenza con la Juve nella stagioni precedenti, quasi sempre in una difesa a tre. Col Parma, fin quando ne ha avuta, ha fatto il suo, ma alla lunga è crollato pure lui. In altri tempi, mai avrebbe permesso a Iacoponi di fare quel traversone basso dalla linea di fondo da cui è scaturito il gol di tacco di Gervinho (di tacco!!!...). E infatti pure Allegri, in conferenza, gli ha assestato una tiratina d’orecchie.

    I centrali difensivi rappresentano gli architravi del reparto arretrato: se non sono solidi, crolla l’intera impalcatura della squadra. Certo, la manovra difensiva coinvolge pure il centrocampo, ma l’ultimo argine da opporre agli assalti dei nemici sono quei due lì in mezzo all’area. Ne sono convinto: se contro il Parma ci fossero stati Bonucci e Chiellini, oppure uno soltanto di loro due, o persino Benatia, la Juve avrebbe portato a casa la vittoria. E pure larga, visto che stavolta la squadra ha tirato 28 volte, preso 2 pali clamorosi e avuto un possesso palla monstre (nel solo primo tempo, 82%).

    Colgo l’occasione per invitare quelli che, dopo Bergamo, avevano sancito l’inizio di un triste declino per Cristiano Ronaldo, a dedicarsi alla cura dell’orto. Boutade buone a raccogliere applausi da chi non tifa Juve ma che espongono poi a figuracce mediatiche senza pari. La bella notizia è che la Juve è viva, quella brutta che dovrà fare a meno di Bonucci e Chiellini per almeno altri 15 giorni, di Barzagli addirittura fino a marzo. I 9 punti sul Napoli restano un buon margine di vantaggio, ma rigorosamente da mantenere. Perché il messaggio arrivato agli avversari, dopo Atalanta e Parma, è stato questo: con la Juve ci si può provare, non si parte battuti. Significa che Sassuolo e Frosinone proveranno anche loro a fare punti.  Solo la Juventus può togliergli questa illusione, ritrovando i giusti equilibri difensivi pure coi riservisti. Possibilmente in fretta.

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