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  • Sampmania: 'Ammerighani'

    Sampmania: 'Ammerighani'

    • Lorenzo Montaldo
    Mi sto mordendo le mani da qualche giorno, dal momento che una grossa parte del sottoscritto avverte il fortissimo stimolo di scrivere in merito all'argomento trito e ritrito della cessione societaria. Mica per interesse, ma perchè insieme alle voci relative alle difficoltà economiche delle aziende di Ferrero sono immediatamente tornati, con una puntualità quantomeno curiosa, anche i commenti relativi agli americani ‘misci’. Ve ne riporto qualcuno, per vedere se provocano anche a voi la stessa orticaria: “Bei soci per Vialli…”, “L’abbiamo scampata bella”, “Ammerighani” – divertentissimo - e il mio preferito, “In giro c’è molto peggio di Ferrero”. Contattatemi pure per gli screenshot, se non ci credete. 

    Ritengo molto interessante l’emergere, o meglio, il riemergere di certe considerazioni, sparate ovunque su tutti i social da alcuni profili ricorrenti. ‘Cui prodest?’, ‘A chi conviene?’, si chiedeva Cicerone. Chi trae giovamento da un simile sottotinteso? Fatevi una domanda e datevi una risposta, diceva un altro scrittore classico, Gigi Marzullo. L’orticaria, lo ripeto, mi viene non per qualche forma di interesse personale (miliardari non ne conosco e sono povero in canna), quanto piuttosto perchè leggere certe cose mi rende consapevole del gigantesco lavoro ancora da fare per evolvere, come piazza e come tifoseria. Avverto un forte prurito, è vero, ma è dovuto principalmente al senso di ingiustizia, di manipolazione dell’opinione pubblica, ai toni saccenti e al tentativo di far passare uno come Vialli per un sempliciotto, abbindolato da alcuni avvoltoi. Nella migliore delle ipotesi vuol dire trattarlo come uno stupido, nella peggiore accusarlo di malafede.
     
    Nessuno qui crede alle fiabe, o alle fate, ma da lì a lasciar filtrare un messaggio diametralmente opposto ce ne passa. E pazienza se la storia ha dimostrato che in realtà determinate richieste erano evidentemente esagerate o irrealistiche, pazienza se venerdì si deciderà sul rinvio a giudizio del presidente della Sampdoria per distrazione fondi dalla stessa Sampdoria, pazienza se lo stesso numero uno blucerchiato ha presentato due richieste di concordato preventivo per scongiurare due istanze di fallimento. I ‘misci’ erano gli altri, la storia la scrive chi resta, dal suo punto di vista, o quantomeno ci prova. Meno male che ci siamo scampati questa tremenda spada di Damocle, allora. 

    Comunque, ho già trattato l’argomento più diffusamente di quanto mi fossi riproposto. La mia urgenza principale è quella di vedere ancora la Sampdoria in Serie A, e quelli che ne sanno decisamente più di me, e che hanno vissuto annate persino più tribolate di questa, consigliano di lasciar fuori la vicenda almeno sino a che la barca non è in porto. Perciò cercherò di limitare per quanto possibile il tema, compatibilmente con i vincoli del diritto/dovere di cronaca e di commento. Domenica c’è una partita cruciale, fondamentale per tirare dentro Fiorentina e Udinese nella corsa salvezza e per tenere a distanza le inseguitrici, che non vanno piano, inutile illudersi. Fare risultato in Sampdoria- Fiorentina deve essere un imperativo categorico, magari evitando di trincerarsi dietro slogan del tipo ‘non sono queste le partite da vincere’, perché per salvarsi sì, sono queste le partite da vincere. Eccome.

    La Sampdoria adesso grazie a Ranieri ha coraggio, limiti tecnici – non siamo da salvezza tranquilla e decimo posto, evitiamo di raccontarci bugie – e tanto, tanto cuore. Persino più di quello degli anni scorsi. Può bastare per rimanere in A, specialmente se Sir Claudio riuscirà a trincerare Bogliasco all’interno di una bolla incantata come quella che protegge Hogwarts in Harry Potter. Nonostante le magie del nostro saggio preside, sarà comunque durissima. Non veniteci però a istigare e a parlare di ‘Ammerighani’, o di Vialli. La tregua è fragile, rispettiamola tutti. 

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