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  • Sampmania: scegliete da che parte stare

    Sampmania: scegliete da che parte stare

    • Lorenzo Montaldo
    In generale non sono affatto una persona scaramantica. Anzi, tutt’altro. Sì, sono un po’ ossessivo compulsivo, ma quello dipende dal carattere. Però mi trasformo in un misto tra una maga zingara e Massimo Ferrero con amuleti e tutto il resto quando si tratta di derby. E non venitemi a dire che non posso influenzare il risultato finale ripetendo in maniera maniacale alcuni rituali, tanto non ci credo. Immaginatevi quindi la ‘grattata’ che mi sono dato quando al telefono l’altro giorno Enrico Mantovani (peraltro persona squisita, devo dire) mi ha raccontato della sua totale mancanza di scaramanzia pre derby. “Vado contro corrente, penso lo vinceremo. Giochiamo meglio, siamo più forti, non vedo perché non dobbiamo ammettere di essere favoriti”, era il succo del suo discorso.

    Quando ho finito di concentrarmi sui rituali da opporre a quella che si potrebbe tramutare in una clamorosa auto-gufata (e fidatevi, in questi giorni di rapaci notturni a Genova ne girano parecchi, uno è appollaiato sulla mia spalla anche in questo momento) ho cominciato a ragionare a mente fredda, in maniera distaccata e asettica. Ecco, se siete anche solo vagamente simili a me, da qui in poi non andate avanti con la lettura, perché rischiate incubi. Comunque, ci ho pensato ed effettivamente Mantovani ha ragione. Perché nascondersi? La Samp gioca meglio del Genoa, ed è anche più forte in valore assoluto. Sono tre anni che il Doria offre una qualità di calcio più alta rispetto ai cugini rossoblù, più precisamente dall’arrivo in panchina di Marco Giampaolo. Tanto è vero che l’ultimo derby dominato dall'altra squadra di Genova (che è pure l’ultima che hanno vinto) risale a maggio 2016, quasi tre anni fa. Un’era geologica, nel calcio. Da lì in poi, la Samp con il mister di Giulianova al timone ha infilato 5 risultati utili consecutivi, con tre vittorie e due pareggi. Ha subito 2 gol in cinque gare, e ne ha segnati il triplo, ossia 6. Questo giusto per dare un’idea dello strapotere blucerchiato nella stracittadina da quando Marco Giampaolo siede sulla panchina doriana. Non basta? Pensate anche al fatto che il Doria ha preso 8 dei 15 punti in palio, e i rossoblù soltanto 2.

    Tutti questi dati, però, si sviluppano su un filo rosso comune: la Sampdoria non si è mai snaturata. Ha sempre giocato a calcio, alle volte in maniera più semplice, altre facendo più fatica, seguendo comunque la sua filosofia. Storicamente il Doria ha sempre sofferto la fisicità del Genoa: le entrate rudi, la corsa, l’intensità non fanno parte del dna di una squadra che vive di eleganza. Da quando la formazione blucerchiata ha smesso di sfidare l’avversario sul suo terreno, imponendo invece le sue regole, non ha più boccheggiato. E’ un particolare, questo, che Giampaolo rivendica sempre volentieri nel presentare la partita, e fa bene ad evidenziarlo. Inoltre, la sua squadra arriva sì da un momento negativo in termini di risultati (due sconfitte di fila) ma l’andamento doriano nei punti non rispecchia la realtà. La Samp ha giocato male soltanto a Torino, non è una formazione in crisi, bensì un undici organizzato e sicuro di sé, che oltretutto ha recuperato due pedine cruciali (San Ekdal di Svezia e il Beato Andersen da Frederiksberg). Quindi, per una volta, tanto vale provare a non sminuirsi e ad attribuirsi i giusti meriti. E chi se ne frega della cabala, della scaramanzia e di tutto il resto. Dovesse andare male, pazienza, direi che i numeri resteranno abbastanza buoni anche così, no? Peccato solo per il record.

    Che poi, la differenza sul terreno di gioco e sul modo di approcciare la partita non è solo una contrapposizione di campo: la Samp è classe sofisticata, il Genoa è irruenza. Un tifoso potrebbe dire che l’esagerazione fa parte del patrimonio dei ‘cugini’ sin dalla nascita, ma io non lo farò. Sta a voi scegliere la parte con cui stare, quella in cui vi riconoscete di più. Credo che la maggior parte dei lettori di questo spazio lo abbia fatto tanti, tanti anni fa. E buon derby a tutti, ci rivediamo lunedì, pronti per il menaggio, che sia da fare o da ricevere perchè a Genova questa cosa ci diverte da matti, e sappiamo come viverla bene.

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