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  • Sconcerti a CM: 'Inter e Juve, la Lazio ha più giocatori decisivi. Boban può fare il presidente, non il dirigente'

    Sconcerti a CM: 'Inter e Juve, la Lazio ha più giocatori decisivi. Boban può fare il presidente, non il dirigente'

    Dal calcio giocato al Coronavirus, dal calendario nel caos fino allo strappo tra Boban e il Milan per arrivare alla Lazio prima in classifica. Di questo e di molto altro - stimolati dalle domande dei lettori di 100° Minuto - abbiamo parlato con Mario Sconcerti.

    Sconcerti, che deve fare il nostro calcio per fronteggiare l’emergenza coronavirus?
    «Cosa fare dovrebbe dirlo il governo, non la Lega. Non è un problema di calcio, ma di salute pubblica. Tocca al governo decidere se migliaia di persone possono stare in uno stadio. Ci si è infettati anche giocando a calcio, guarda i quattro della Pianese che hanno giocato contro la Juventus Under 23. Io chiedo: perché dovrebbero essere Dal Pino, Marotta o Agnelli che mi dicono quando e come giocare. Ci deve essere qualcuno del governo che si prende questa responsabilità»

    Ma nessuno se la prende, questa responsabilità.
    «Non riesco a capire perché si tengono chiusi aziende, cinema, locali, musei, che ci siano divieti di assembramento oltre le cinque persone e che si possa poi andare allo stadio. E’ veramente curioso che si consideri un problema settimana per settimana. La Cina sta un po’ meglio adesso che è entrata nella quarta settimana di virus. Credo si debba avere una visione diversa. Non si può discutere delle due-tre giornate, ma di mesi. Il calendario non può essere un problema».

    Però lo è. Che soluzione proponi?
    «Per me la soluzione sono le porte chiuse, chiaro, ma anche spostare il campionato al primo agosto».

    Obiezione: c’è l’Europeo.
    «Ma non è un problema. C’è, ma c’è anche l’emergenza»

    Sei pessimista sugli Europei?
    «Non sono né pessimista né ottimista, sono realista, spero che si giochi ma non ne sono così convinto: so che il CIO è seriamente preoccupato della situazione del Giappone per luglio e per le Olimpiadi».

    Parliamo di calcio. Boban è virtualmente fuori dal Milan.
    «Ho lavorato 13 anni con Boban. E’ una persona splendida, ma sbagliata per fare quel mestiere. E’ una persona libera, ricca ed è un monumento nazionale. E’ al di sopra delle parti. Non può lavorare con uno che gli dice cosa fare o lo giudica. Boban può fare il presidente, non il dirigente».

    Più in generale, al Milan non c’è una strategia ormai da tempo. 
    «Il Milan ha avuto a disposizione tanti soldi, anche l’ultimo mercato, siamo attorno ai 150 milioni di acquisti. Di che cosa si lamentano? I tifosi vorrebbero il grande Milan. Ma quale? Quello di Berlusconi o di Rizzoli? Voglio dire che è finita un’epoca. Ma i tifosi si sono resi conti che Moratti e Berlusconi hanno chiuso nello stesso momento per sfinimento? Bisogna pensare che i tempi sono cambiati. Non è un caso se Milano non ha più imprenditori italiani. Mi sembra che spingendo sull’emotività del tifoso si coprano degli interessi superiori. La vera domanda da porsi è un’altra».

    Quale?
    «Ma dietro all’affare Milan chi ci sta? Dalla cessione di Berlusconi a oggi questa è una storia molto complicata, con molti aspetti che non conosciamo. Chiedo: come fa una società come il Milan a sopportare 90 milioni di perdite o 140 come l’anno scorso? Quello che mi dà fastidio è che si chiamano in causa i tifosi, ma si dimentica il problema vero. La storia del Milan è fatta anche di quarant’anni senza scudetto. Noi siamo ancora fermi all’idea del presidente che spende, ma non è più così. I presidenti oggi vogliono fare impresa».

    In tutto questo caos, la Lazio è prima in classifica. In tempi non sospetti tu avevi detto che la ritenevi la più completa.
    «Sì, la Lazio è la squadra più compiuta, la più completa, quella che ha meno problemi. E forse ha anche un numero di giocatori decisivi rispetto alle altre. Da Luis Alberto a Immobile, da Milinkovic a Correa, fino ad Acerbi: altrove ci sono giocatori più famosi, ma non così decisivi. Guarda cosa hanno fatto con Lazzari: Inzaghi l’ha trasformato in un grande giocatore, decisivo ogni volta che ha campo davanti».

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