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  • Sconcerti a CM: 'Il Coronavirus mi ha costretto a comprare la Playstation! La storia e la fisica quantistica per distrarmi'

    Sconcerti a CM: 'Il Coronavirus mi ha costretto a comprare la Playstation! La storia e la fisica quantistica per distrarmi'

    Mario Sconcerti, oggi non parliamo di calcio. Ma di come un giornalista che da sempre si nutre di calcio sta vivendo questo periodo. Da dove partiamo?
    «Quindici giorni fa ho comparto la Playstation».

    Trovo che sia una cosa fantastica.
    «Non ci avevo mai pensato, purtroppo non sono tecnologico. Ma quando è successa questa emergenza ho deciso di comprarla, anche per stare con i nipoti, sono tutti in età da Playstation. Il problema (ride) è che non si divertono molto a giocare con me, mi battono facile».

    Come stai vivendo questi giorni?
    «Ho vissuto la prima parte di questa emergenza in uno stato di eccitazione molto forte, una sorta di esaltazione senile. Mi sembrava che fosse un momento eccezionale per un giornalista. Piero Ottone diceva che un giornalista non deve lamentarsi di vivere tempi difficili. Ho pensato subito che il virus fosse molto rapido, per capirne le conseguenze bisognava andare oltre ciò che pensavamo. Ti ricordi, ne avevamo anche parlato».

    Sì, sei stato anche il primo a dire che la Lega non c’entrava niente e che per risolvere la questione-calcio doveva intervenire il Governo.
    «Sì, l’ho detto anche per le coppe europee. Sono uscito subito dalle polemiche sul calcio, mi è parso subito evidente che il calcio non contasse più niente».

    Continui a lavorare, immagino.
    «Certo, per fortuna il lavoro mi distrae».

    Quando non lavori cosa fai?
    «Leggo moltissimo, un libro ogni due giorni, soprattutto romanzi. Ho ripreso Manzoni, scriveva davvero benissimo, è che te lo fanno odiare a scuola. L’ultimo libro è «La donna della domenica» di Fruttero e Lucentini, gran libro scritto all’inizio degli anni ’70. I miei argomenti preferiti - la fisica quantistica e la storia - li riprendo quando sono molto preoccupato, quando rischio la claustrofobia allora leggo studi sull’Entanglement quantistico».

    Televisione ne guardi?
    «Pochissimo. Guardo i notiziari nell’ora in cui si sta in cucina. No, niente vecchie partite. Preferisco tenermi informato, tengo sotto osservazione la curva del contagio e i numeri nelle città del mio cuore, Firenze, Roma, Milano, Genova, Napoli; e quelli del mondo».

    E che idea ti sei fatto?
    «Sto studiando la progressione dei malati. I numeri ti dicono tante cose, se li sai leggere. In Italia siamo 37 giorni indietro rispetto alla Cina, loro il picco l’hanno avuto il 14 febbraio; noi probabilmente sabato prossimo, il 21 marzo. E poi le cose miglioreranno».

    Esci ogni tanto?
    «Sì, porto il cane a passeggio, mi sta reclamando proprio ora. E devo dirti che per strada noto senso di responsabilità e coscienza».

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