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  • Tudor, Pirlo, Allegri e la 'sliding door': storia di 4 anni persi dalla Juventus

    Tudor, Pirlo, Allegri e la 'sliding door': storia di 4 anni persi dalla Juventus

    • Simone Eterno
      Simone Eterno
    Igor Tudor era Torino solo da un paio di mesi quando nelle sale cinematografiche d'Italia, alla fine dell'estate del 1998, usciva una brillante commedia dal titolo 'Sliding Doors'. La protagonista, Helen, interpretata dall'ottima Gwyneth Paltrow, arriva tardi in ufficio e viene licenziata. Decide quindi di rientrare a casa in anticipo ma arrivata alla metropolitana la storia si sdoppia: c'è la Helen che perde il treno e che viene aggredita, ma c'e' anche la Helen che riesce a salire sulla metro. La sua vita prende così due direzioni completamente opposte, per un plot narrativo e un finale che, a questo punto, la buona educazione mi impone di non 'spoilerarvi'. La storia è ciò che in fondo però noi italiani chiameremmo 'bivio', ed è tornata di tremenda attualità, almeno per chi vi scrive queste righe, in un sabato pomeriggio di fine marzo. Igor Tudor sulla panchina della Lazio all'inizio di ciò che sembra qualcosa di nuovo; Massimiliano Allegri, su quella della Juventus, per una storia satura, logora, al capolinea.

    Ma il bivio se ci pensate è tutto lì, in quell'estate del 2020 vero 'inizio della fine' in casa bianconera. La dirigenza caccia il fresco campione d'Italia Maurizio Sarri per scegliere Andrea Pirlo. A Torino, sotto-sotto consapevoli del totale salto nel buio, provano a tamponare mettendogli lì un vice che qualche esperienza interessante in fondo l'aveva già fatta: Igor Tudor. Il resto è storia. Una stagione fallimentare, tamponata dal suicidio del Napoli di Gattuso - e da quello dell'Atalanta di Gasperini in finale di Coppa Italia; e poi l'esonero di tutto lo staff tecnico nonostante due trofei (Coppa Italia e Supercppa italiana) e un obiettivo teoricamente centrato come la qualificazione in Champions. Dalle pagine di un quotidiano croato Tudor avrebbe poi detto: "mai più da vice". Avrebbe avuto ragione lui.

    L'amore mai sbocciato a Marsiglia non cancella infatti il miracolo di Tudor a Verona, un lavoro da 'allenatore vero'. Per quanto l'inizio paia promettente, con una vittoria sulla Juve e la rigenerazione 'tempo zero' di un elemento come Kamada o delle vitalità in riaggressione della squadra, non si può certo sapere quel che sarà di Tudor sulla panchina della Lazio. Si può, però, guardare al presente della Juventus.

    Ed è proprio qui che si palesa la 'sliding door', perché ad alcuni tifosi bianconeri, ne siamo certi, il "chissà cosa sarebbe successo se avessero scelto lui e non Pirlo", per un momento, ieri, sarà passato per la testa. E se per una risposta ci vorrebbe la fantasia di Krzysztof Kieslowski, regista polacco da cui prende spunto la pellicola che ci fa da sfondo, per ciò che effettivamente è stato alla Juventus dalla scelta Pirlo in poi non serve immaginazione. Ma solo togliersi il paraocchi: tempo e denari persi.

    'Denari' - tanti - investiti su progetto tecnico che in fondo era già stato cambiato per un motivo; perché nel mondo iperconnesso dove la soglia di attenzione è quella di un reel su TikTok, "vincere è l'unica cosa che conta" a discapito di qualsiasi altra cosa è anacronistico, oltre che miope. Specie se il tuo obiettivo fuori dal campo, da azienda - sì badi, ‘azienda’ e non 'club calcistico' - è imbarcare il tifo del futuro.

    'Tempo', perché in questi anni a Torino non si è costruito un bel niente; decidendo di affidarsi al 'passato' - nel senso fisico della persona, ma anche in quello tecnico e delle idee - che ritorna solo per ricordarci quanto in fondo fa anche la protagonista Helen: una storia destinata a rompersi, si romperà in ogni caso. Figuriamoci quelle che, per motivi oggi ancor più evidenti, già si erano rotte. Il futuro di Allegri, insomma, è già scritto. Chissà, invece, se un giorno Tudor ripasserà da Torino.

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