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  • ​Verso Milan-Napoli, la partita della paura: soldi persi, spettri e Ancelotti fra due panchine

    ​Verso Milan-Napoli, la partita della paura: soldi persi, spettri e Ancelotti fra due panchine

    • Gianluca Minchiotti
    Mancano sei giorni, ma Milan-Napoli di sabato prossimo si presenta già come una di quelle partite che rappresentano lo spartiacque di una stagione. In questo caso, per entrambe le squadre. Gli azzurri sono settimi, con 19 punti, a -13 dalla vetta della classifica e a -5 dalla zona Champions. I rossoneri addirittura occupano la 14esima posizione in classifica, con un inquietante +4 sulla zona retrocessione. 

    LA PAURA - Milan-Napoli è la partita della paura perché se la perdi sono guai seri: se sei il Milan rischi di essere risucchiato ancora più in basso, verso lo spettro della bagarre fra le squadre il cui obiettivo è evitare la Serie B. Se invece sei il Napoli, dopo giorni sportivamente drammatici, contrassegnati addirittura da un ammutinamento della rosa, perdere a San Siro significherebbe probabilmente deporre per questa stagione le ambizioni di altissima classifica. La qualificazione alla Champions, traguardo comodo per il Napoli delle ultime stagioni, potrebbe trasformarsi in una montagna durissima da scalare

    I SOLDI - Per entrambe, un 2019-20 fallimentare sarebbe anche un bagno di sangue dal punto di vista finanziario. Dopo anni di vacche grasse, restare senza Champions per il Napoli sarebbe più che un incidente di percorso, sarebbe un ridimensionamento importante. E non parliamo di cosa rappresenterebbe per il Milan un'intera stagione vissuta nelle parti basse della classifica. Milan-Napoli come partita della paura quindi, come occasione da non fallire. Per chi la perde, potrebbe non esserci un domani.

    ANCELOTTI... - E poi c'è Carlo Ancelotti. Leggenda del Milan, in bilico al Napoli. Anche per lui può essere una partita da dentro o fuori. Il presente per Ancelotti è una panchina bollente al San Paolo, mentre per il suo futuro c'è chi sogna il grande ritorno a Milanello. Lo auspica Paolo Maldini e, se i rossoneri ci provassero davvero non sarebbe il primo tentativo fatto in questo decennio che sta per terminare, dopo quelli dell'ultimo Galliani e della proprietà cinese. In quei casi, la risposta del tecnico di Reggiolo fu un no secco, per i troppi dubbi sulla competitività del Milan. E anche oggi si può parlare solo di una suggestione, nulla di più, ma se fosse davvero l'amico Paolo a chiamarlo, chissà...

    Intanto, però, per entrambi, c'è una partita della paura da vincere.  

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