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  • Turrini: 'Messi arma di distrazione di massa per l'Inter, Nedved a Sanremo con Stasera mi butto'

    Turrini: 'Messi arma di distrazione di massa per l'Inter, Nedved a Sanremo con Stasera mi butto'

    Caro Leo Turrini, l’avresti mai detto che il tormentone Juventus versus Inter sarebbe finito addirittura sul palcoscenico di Sanremo?
    “L’avrei detto sì! Il Festival da sempre, nel bene e nel male, è lo specchio del paese. Le canzonette sono un pretesto per cucinare il minestrone dell’Italia un po’ com’è e un po’ come vorremmo che fosse, quindi se chiami Georgina perché è la donna di CR7, beh, allora per par condicio devi scomodare il fantasma di Lukaku. Fa parte del gioco. Aggiungo che ironia non è una regione montuosa della Bulgaria. Pensa ad esempio se dopo il casino di Juve-Fiorentina Rocco Commisso si fosse ricordato di Sanremo...”.

    Cosa c’entra l’americano di Ponte Vecchio, adesso?
    “C’entra. Quando Nedved gli ha raccomandato di prendere un the, il presidente della Viola poteva replicare invitando Pavel a partecipare alla serata sanremese dedicata alle cover. Poteva dirgli: caro Nedved, vai in Riviera a cantare ‘Stasera mi butto’ di Rocky Roberts, perché come si buttava il ceko non si buttava nessuno. Una risata e via. Ma aveva ragione Churchill, noto mediano dell’Aston Villa”.

    Cosa diceva questo terzino del Leeds?
    “Gli italiani combattono le guerre come se fossero partite di calcio e giocano le partite di calcio come se fossero guerre. Perfetto, malinconicamente perfetto”.

    Torniamo al Festival. Georgina ti è piaciuta?
    “Meglio lei della Lamborghini elettrica. Del resto io sono notoriamente ferrarista”.

    Alla Formula Uno ci arriviamo dopo. Piuttosto, viste le voci che circolano, non è che l’anno prossimo in platea a Sanremo ci troviamo pure Leo Messi?
    “Segui questo ameno sito e te lo racconteranno. Da fuori sembra evidente l’appannarsi dell’amore tra la Pulce e il Barcellona. Da lì ad immaginare la rottura e il trasferimento in Italia ce ne passa”.

    Beh, anche Ronaldo alla Juve sembrava una missione impossibile.
    “Hai ragione e allora tieni d’occhio i movimenti delle grandi banche d’affari. Messi, come CR7, è una azienda. Un Fenomeno così lo prendi, se lo prendi!, dopo una trattativa sotterranea che dura mesi, attraverso avvocati, studi legali, fiscalisti da parcella milionaria in euro. Se l’ipotesi di un addio dell’argentino al Barca sta in piedi, allora il negoziato è già cominciato, lontano dai radar. Con l’Inter, con il City, con il PSG se Mbappe va a Madrid, con chi ti pare”.

    Ma tu non ci credi.
    “Quello che credo io conta meno di zero. Certo, per stare al gioco un interista sa perfettamente che Moratti padre avviò la sua leggenda sottraendo Luisito Suarez agli azulgrana e Moratti figlio fece capire che avrebbe uguagliato papà quando andò sulle ramblas a prendere il Ronaldo originale. Ma sono solo suggestioni. Anzi, Messi in questo momento è come il Festival di Sanremo”.

    Tradotto?
    “È una potentissima arma di distrazione di massa. L’Inter in una settimana si gioca derby, Coppa Italia con il Napoli e secondo posto con la Lazio. Ce n’è abbastanza per restare agganciati al presente”.

    Che derby ti aspetti?
    “Equilibrato e deciso dagli episodi. Il Milan di Ibra vale più dei punti che ha. Le motivazioni sono fortissime per entrambe le squadre. Fermami se no ti sciorino il repertorio dei luoghi comuni, il derby che fa storia a se’, il derby che lo vince chi parte sfavorito e bla bla bla”.

    Pensa se ci fosse stato anche Spalletti.
    “Da interista sono contento non sia sulla panchina del Milan, visto che in campionato ha vinto, a San Siro, quattro derby su quattro. E comunque quello dell’allenatore di calcio è il più bel mestiere del mondo: ti pagano per stare a casa e hai pure il diritto di lamentarti. Secondo me i cinesi del Suning sono un po’ stupiti”.

    A proposito di ex della Beneamata: ci siamo persi per strada anche Mazzarri.
    “Gran mistero, quello del Toro. Ormezzano te lo spiegherà meglio. Io invece posso spiegarti qualcosa della nuova Ferrari”.

    Prego.
    “Viene svelata martedì 11 al teatro Valli di Reggio Emilia. Ma non fidarti di quello che vedrai”.

    Perché?
    “Sarà solo una illusione ottica, un gioco di specchi. La macchina vera uscirà dai test di Barcellona. A Melbourne, il 15 marzo, in occasione della prima gara della stagione, scopriremo sul serio la Rossa. Rossa che peraltro continuerà ad essere opaca”.

    Dici che non vince?
    “Dico che sarà opaca nella vernice, di nuovo ancora sbiadita per risparmiare sul peso. Dicono che il rosso della tradizione sia un danno per la efficienza aerodinamica. Io non capisco ma mi adeguo. Tanto, alla fine, vincono sempre la Mercedes e la Juventus”.

    Non essere così pessimista.
    “Facciamo che sono realista. Ad ogni modo questa Ferrari 2020 vuole essere una vettura filosoficamente semplice, cioè in grado di adattarsi subito a qualunque circuito. Gli ingegneri di Maranello a questo hanno pensato. Poi toccherà ai fratelli coltelli”.

    Vettel e Leclerc.
    “Loro. Nella MotoGP la Honda ha i fratelli veri, i Marquez. E noi abbiamo i fratelli coltelli, Sebastiano e Carletto. Suppongo che avremo modo di riparlarne”.

    Ce l’hai un titolo per la Ferrari che arriva martedì?
    “Sotto il vestito tutto. Perché è una monoposto piena di segreti...”.

    di Daniela Bertoni

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